Pubblicato il: 05/06/2017 14:52 su
L’82% dei rifiuti spiaggiati trovati sugli arenili
monitorati è risultato di plastica; il 64% è materiale usa e getta. La cattiva gestione dei rifiuti
urbani e la mancata prevenzione sono la causa del 54% dei rifiuti spiaggiati.
Sono i nuovi dati di Clean Up the Med, la più grande campagna di volontariato
lungo le coste del Mediterraneo, coordinata da Legambiente, che comprende anche
un monitoraggio scientifico sul beach litter realizzato su 105 spiagge
di 8 Paesi mediterranei (Italia, Algeria, Croazia, Francia, Grecia,
Spagna, Tunisia, Turchia) monitorate tra il 2014 e il 2017.
Sono questi alcuni dei principali dati dell’indagine sul
marine litter nel Mediterraneo che Legambiente presenta in occasione della
Giornata Mondiale dell’Ambiente e che porterà l’8 giugno al Palazzo di Vetro
nell'ambito della Conferenza mondiale dell’Onu sugli oceani, in programma dal 5
al 9 giugno a New York.
L’8 giugno Legambiente presenterà un focus sul
Mediterraneo, dal titolo 'Multi-stakeholders Governance for tackling marine
litter in the Mediterranean Sea', con la partecipazione dei rappresentanti di
ministero dell’Ambiente, Unep/Map-Barcelona Convention, Parlamento Europeo,
Agenzia europea per l’ambiente, Un Sustainable Development Solutions Network
(Sdsn-Mediterranean), UfMs (Union for the Mediterranean Secretariat),
Università di Siena, European Bioplastics, Novamont e Kyoto Club.
"Il Mar Mediterraneo è gravemente minacciato dal
marine litter che registra concentrazioni tra le più elevate a livello globale
- dichiara Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente -
Per questo è urgente che tutti i Paesi mediterranei intervengano in maniera
comune per ridurre il problema del marine litter, dalla prevenzione alla
ricerca scientifica, adottando anche misure drastiche come la messa al
bando dei prodotti più inquinanti come i sacchetti di plastica non
biodegradabili e compostabili, come già fatto da Italia, Francia e Marocco".
L'Italia è stato il primo Paese in Europa a mettere al
bando i sacchetti di plastica nel 2011 - ricorda Legambiente - ma ancora oggi
non è del tutto rispettato anche se ha comunque consentito in cinque anni una
riduzione nel consumo di sacchetti di plastica del 55% (da 200mila a 90mila
tonnellate/anno) e una diminuzione in termini di CO2 di circa 900mila
tonnellate.